Pianificazione Fiscale Personale e d’Impresa

I migliori consigli di pianificazione fiscale nazionale e internazionale per ottimizzare il tuo carico fiscale personale e quello della tua impresa (National and International Tax Planning).

Con pianificazione fiscale nazionale e internazionale si fa riferimento ad un’attività che, purché nei limiti del consentito e della liceità, consente di ridurre al minimo la tassazione. Si tratta di un’attività di organizzazione e gestione del piano tributario che ti consente una significativa riduzione di quanto devi all’amministrazione finanziaria, rimanendo nell’area del lecito, consistendo nell’ottimizzazione della gestione di affari e risorse.

Quando una società o una persona fisica opera su ampia scala possono intrecciarsi una pluralità di regimi fiscali tra loro correlati. Proprio per questo il contribuente può scegliere il sistema tributario o gli strumenti fiscali gli consentono di sopportare più agevolmente la pressione fiscale.

In quest’ottica intervengono consulenti e d esperti legali, i quali si adopereranno per facilitarti nella pianificazione fiscale. Un esperto potrà facilmente selezionare il regime fiscale o lo strumento fiscale più opportuno. Il professionista elabora un programma che sarà adottato dal contribuente che intende sfruttare le proprie fonti di reddito in modo da ridurre quanto più è possibile la base imponibile in relazione alla quale verrà applicato a suo carico il prelievo fiscale.

La pianificazione fiscale non rappresenta un processo di elusione fiscale. Esso, invero, va inteso, piuttosto, come uno strumento che permette al soggetto che ne fa uso di ottimizzare il costo fiscale delle sue attività.

Tramite questa prassi si potranno, quindi, anche prevenire fasi patologiche della vita di un’impresa come la crisi di liquidità, quindi prevenire eventuali fenomeni di insolvenza

Laddove fossi intenzionato a pianificare, a programmare uno schema o un progetto di organizzazione del regime fiscale per le tue finanze o la tua impresa, per porlo al riparo da ogni pregiudizio, ti invitiamo nella prosecuzione della lettura. Nel presente contributo, vogliamo offrirti importanti suggerimenti, che potrai approfondire negli articoli presenti nella relativa categoria.

1. Pianificazione fiscale internazionale

Nel contesto comunitario, o forse anche globale, il ruolo della pianificazione ha assunto una rilevanza sempre crescente. La facoltà di creare scambi commerciali transnazionali consente di beneficiare anche dei regimi fiscali più favorevoli, di Paesi con i quali sussiste il collegamento.

Anche all’interno della stessa Unione europea assistiamo ad una forte diversificazione del sistema tributario. Ciò è dovuto alla scelta di fondo, in tema di obiettivi e politica economica, che i Paesi si pongono di perseguire.

diversi Stati con i quali le imprese internazionali si trovano a dover interagire potrebbero perseguire due interessi tendenzialmente opposti. Da un lato, taluni sono interessati a tassarne i profitti per finanziare la propria economia pubblica e altre volte, invece, sono più propensi a concedere trattamenti fiscali di favore per attirare gli investimenti privati nel proprio territorio.

Tale diversificazione sostanziale dell’assetto si riflette anche sul piano normativo e potrebbe indirizzarti nella tua attività di pianificazione fiscale.

Il fenomeno che ci troviamo ad analizzare e a spiegarti è quello dei redditi transazionali che non trovano la propria origine in uno spiecifico luogo o area geografica. Come ormai accade in numerosi Stati, che esercitano il proprio potere sovrano all’interno dei rispettivi territori, e le imprese multinazionali che, operando attraverso le diverse giurisdizioni, hanno la possibilità di sottrarsi al potere coercitivo dei singoli Paesi.

1.1. Fiscalità internazionale

La fiscalità internazionale rappresenta un nucleo di norme che consente di regolare il fenomeno della globalizzazione dei redditi di impresa e delle persone fisiche. Questa normativa è stata introdotta per due specifiche ragioni:

  • stabilire in quale modo tassare le attività commerciali e gli investimenti internazionali.
  • eliminare le distorsioni fiscali.

La fiscalità internazionale fornisce tutti gli strumenti necessari per gestire il potere impositivo dei diversi Stati. Questa consente una migliore e meno gravosa gestione fiscale delle attività commerciali che si trovano dislocate nei rispettivi territori.

Tale problema, sorge dalla già citata tendenza delle imprese ad estendere i propri traffici oltre confine. Le società tendono, ormai, ad operare su più territori, creando il rischio di una tassazione piuttosto elevata.

Devi considerare, infatti, che esistono dei criteri internazionali secondo cui uno Stato, oltre ad esercitare il potere sul proprio territorio, può anche uscire dai confini nazionali.

Ciò ha come principale conseguenza che le tassazioni si sovrappongano determinando una doppia imposizione, la quale diventa particolarmente onerosa per l’impresa in questione che vede tassato due volte lo stesso reddito.

Questo è il primo scopo della fiscalità internazionale, ossia evitare che lo stesso reddito venga tassato da più Stati.

La pianificazione fiscale è molto complessa, laddove volessi approfondire l’argomenti ti invitiamo nella prosecuzione della lettura del seguente articolo:

  • Fiscalità internazionale

1.2. Doppia imposizione

La doppia imposizione fa riferimento al principio fiscale secondo il quale una società o un professionista è obbligato a pagare due volte le imposte sul reddito relative alla medesima fonte di reddito.

In particolare, il reddito è lo stesso ma la tassazione avviene due volte.

La doppia imposizione può verificarsi sia a livello nazionale che internazionale. A livello nazionale accade quando la fonte di reddito viene tassata sia a dal punto di vista aziendale che personale.

Dal lato internazionale, invece, la doppia imposizione si verifica quando la fonte di reddito è tassata da due Stati diversi, il che accade ove le imprese svolgano attività commerciali transnazionali.

Gli Stati stessi si sono posti questo problema e, di conseguenza, hanno firmato delle Convenzioni e dei Trattati per limitare l’imposizione fiscale e legarla ad uno Stato soltanto.

Le Convenzioni sono basate su modelli forniti dalla OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.

La pianificazione fiscale è molto complessa, laddove volessi approfondire l’argomenti ti invitiamo nella prosecuzione della lettura del seguente articolo:

  • Doppia imposizione

1.3. Pianificazione fiscale

La pianificazione fiscale è uno strumento con cui il contribuente tenta di organizzare il regime tributario della propria attività o impresa. Tramite gli istituti che connotano la pianificazione incidono sulla propria base imponibile con una c.d. riorganizzazione delle fonti di reddito.

In particolare, il contribuente deve analizzare le diverse possibilità che ha a disposizione e opta per quelle che si presentano come fiscalmente meno onerose.

Grazie a questa riorganizzazione delle fonti di reddito si riesce ad ottenere una massimizzazione in termini di benefici come l’applicazione di regimi fiscali agevolati, una maggiore deduzione di oneri o la ripartizione dei redditi in più annualità, in modo da ottenere una riduzione della base imponibile per ogni esercizio fiscale.

Ciononostante, suddetta procedura è del tutto lecita. Non dà origine ad alcuna forma di evasione illecita, anzi è uno strumento di massimizzazione dell’attività imprenditoriali.

Strumenti per la pianificazione

Gli strumenti per porre in essere la pianificazione fiscale sono:

  • localizzazione dell’attività e residenza fiscale: il primo parametro da tener in considerazione è lo Stato dove l’impresa o la persona fisica hanno la propria residenza fiscale. Tale scelta risulta determinante nel successivo regime fiscale del contribuente. Come ben sappiamo numerosi Paese europei (e non solo) prevedono una disciplina tributaria piuttosto favorevole, proprio volta ad incentivare la stabilizzazione di nuove imprese sul territorio nazionale;
  • distribuzione dei redditi: laddove l’impresa o la persona fisica operi in più Stati, allora si potrà decidere di collocare la base imponibile ove è prevista fiscalità agevolata e a spostare i costi aziendali nei Paesi con alta pressione fiscale, il tutto sempre coerentemente con l’effettiva realtà aziendale o la posizione concreta dell’individuo;
  • sfruttamento delle asimmetrie fiscali: in questo caso possono essere previste delle imprese intermedie. In tal modo si sfrutta il divieto di doppia tassazione, spesso contemplata da trattati e Convenzioni, quindi l’impresa avvantaggia della diversa tassazione che i due Paesi (quello dove ha sede l’intermedia e quello dove si localizza la casa madre) prevedono per certi redditi.

La pianificazione fiscale è molto complessa, laddove volessi approfondire l’argomenti ti invitiamo nella prosecuzione della lettura del seguente articolo:

  • Pianificazione fiscale internazionale 

2. Consulenza fiscale internazionale

Nei paragrafi precedenti abbiamo cercato di delineare brevemente il fenomeno della pianificazione fiscale. Esso costa di istituti di vario genere che consentono di gestire un regime tributario più efficiente. E’, tuttavia, indubbio che tale attività richieda esperienza e competenza specifica. Proprio per questo motivo che ti consigliamo di ricorrere ad un esperto, un consulente fiscale o un legale.

Il consulente fiscale internazionale è in grado di illustrare al Cliente le migliori strategie per compiere un’efficiente pianificazione fiscale internazionale.

Questa consiste nella corretta distribuzione del proprio volume d’affari tra gli ordinamenti di diversi Stati, per ottenere degli importanti sgravi fiscali e consequenziali incrementi di guadagno.

Sicuramente, invece, è più complessa ed articolata l’attività dell’avvocato tributarista internazionale. Tale figura è sicuramente trasversale e può svolgere funzioni molto ampie, potendo assisterti anche in sede di contenzioso.

2.1. Il consulente fiscale internazionale

La consulenza fiscale internazionale si inserisce proprio tra quei servizi di assistenza all’imprenditore nelle decisioni di investimento all’estero. Tale attività è, in genere, svolta da un professionista il quale ha un ruolo fondamentale per una società che svolge attività transnazionale.

Ricorrere alla consulenza comporta notevoli vantaggi di varia natura:

  • L’eliminazione della doppia imposizione: rivolgendosi ad un esperto comporta la verifica dei propri redditi, soprattutto con l’intento di prevenire il c.d. fenomeno della doppia tassazione, ossia che i redditi siano tassati due volte da parte di due Stati diversi;
  • L’ottimizzazione del carico fiscale: come accennato, grazie ad una consulenza di questo genere sarà possibile pianificare i propri investimenti in maniera ottimale. Tale attività richiede un elevato livello di personalizzazione della consulenza. L’individuazione del piano è sottoposto alla selezione delle proprie esigenze alla luce delle caratteristiche della propria impresa. Solo all’esito di predetto giudizio potranno essere individuate le indicazioni su come è meglio investire all’estero le proprie risorse ottenendo dei vantaggi fiscali;
  • La riduzione del rischio di contestazioni fiscali e penali: grazie ai consigli di uno di un esperto, avrai la garanzia che tutte le operazioni messe in atto dalla tua impresa siano entro i limiti della legalità.

Consulenza fiscale per le start up

Le start up sono imprese neonate che svolgono attività nel settore delle nuove tecnologie e dell’innovazione. Proprio perché sono di recente costituzione è necessario affidarsi ad un esperto.

Proprio per la predetta ragione, inoltre, a differenza di altre società di capitali, la startup non è caratterizzata da un’iniziale solidità economico-finanziaria.

Oltre all’essere enti di nuova creazione, essi hanno elementi strutturali che le connotano e la rendono più facilmente sottoposta a pregiudizi. Se, infatti, per la costituzione di una S.p.A. è necessario prevedere un capitale sociale minimo di almeno 50 mila euro, le startup si caratterizzano per una temporanea precarietà economica con cui devono fare i conti.

Ciò, ovviamente, rende precaria la posizione dell’impresa, che potrebbe facilmente entrare in crisi ed essere esposta ad aggressioni esterne.

Possiamo così riassumere l’utilità che un’adeguata consulenza fiscale è in grado di apportare ad una startup:

  • Collaborazione con il consulente legale nella valutazione del rischio;
  • Predisposizione di tax planning adeguati;
  • Stesura del business plan;
  • valutazione giuridica e critica delle forme di agevolazioni fiscali a cui la start up potrà ricorrere.

In conclusione, il consulente fiscale è in grado di compiere una riorganizzazione delle fonti di reddito ottenendo una riduzione della base imponibile per ogni esercizio fiscale. Attraverso questa pianificazione è possibile garantire alla startup una massimizzazione in termini di benefici fiscali con conseguente aumento in termini di deduzioni fiscali, nonché relativo risparmio di imposta.

La pianificazione fiscale è molto complessa, laddove volessi approfondire l’argomenti ti invitiamo nella prosecuzione della lettura dei seguenti articoli:

  • Consulenza fiscale internazionale
  • Consulenza fiscale start up

2.2. Avvocato tributarista internazionale

Come abbiamo citato nei precedenti paragrafi, tra gli esperti a cui potrai rivolgerti vi sarà sicuramente l’avvocato esperto in diritto tributario internazionale.

Sicuramente questo è uno dei professionisti legali tra i più richiesti sul mercato. Oltre ad essere competente nella materia del diritto tributario, vanta una ulteriore particolare specializzazione nel diritto tributario internazionale, più comunemente conosciuta come fiscalità internazionale.

L’attività principalmente svolta dal professionista forsense è proprio la pianificazione fiscale. Ad essi si rivolgono in prevalenza le impresa, per le quali la gestione finanziaria e l’organizzazione di una strategia tributaria sono momenti fondamentali anche nella vita di un’impresa o di una persona fisica che opera a livello internazionale.

Nella scelta dell’avvocato tributarista dovrai tenere in considerazione diversi elementi che concorrono alla sua formazione e crescita come professionista. Nel caso di specie, invero, vengono in rilievo molteplici fattori, in particolare la carriera professionale del legale. In questo contesto, piuttosto che altro, il percorso formativo è un passaggio fondamentale del profilo del professionista, per quanto questo debba essere completato dalle competenze sviluppate sul campo.

Invero, proprio per il particolare contesto di riferimento, potrebbero essere essenziali alcuni fattori trasversali, che esulano dalle ordinarie competenze che si ricercano in un avvocato. In primo luogo deve sapersi muover su contesti internazionali, quindi sarebbe necessario verificare sia la conoscenza della lingua inglese che eventuali esperienze lavorative o universitarie in contesti sovranazionali.

La pianificazione fiscale è molto complessa, laddove volessi approfondire l’argomenti ti invitiamo nella prosecuzione della lettura dei seguenti articoli:

  • Avvocato tributarista internazionale

3. Private equity e diritto tributario

Il private equity è una tipologia di investimento che ad oggi è sicuramente tra le più diffuse. più diffusa ed alternativa rispetto alle forme tradizionali. Questo termine identifica l’investimento rivolto ad una società non quotata in Borsa.

Già nei paragrafi precedenti abbiamo citato le imprese a cui si rivolgono gli investimenti di private equity, ossia le start-up e di società innovative. Queste stanno facendo sempre più il loro ingresso in settori come il digital, i software e anche l’assistenza sanitaria.

Una delle caratteristiche peculiari di questa forma di investimento è che gli investitori scelgono il private equity perché credono nel progetto sul quale vanno a posizionare i propri soldi. E’ molto comune, infatti, la prassi da parte di suddetti soggetti di partecipare, sia in forma societaria che individuale, all’attività dell’impresa neonata, mettendo a disposizione, oltre che al capitale di investimento, anche il proprio bagaglio di esperienze nel mondo dell’imprenditoria.

Queste forme di investimento, ovviamente, non sono esenti da tassazione e interferenze con il diritto tributario.

Questioni fiscali in tema di Private equity

Una delle problematiche principali poste da questi strumenti di investimento è il rispetto della disciplina normativa. Sono molteplici i dubbi di compatibilità con l’attuale disciplina. Possiamo, quindi, fare una breve carrellata delle questioni poste in materia.

Le operazioni di leveraged buy-out possono essere definite come un meccanismo di acquisto societario attraverso lo strumento dell’indebitamento. Su tale strumento di investimento, invero, sono stati posti alcuni quesiti all’Agenzia delle Entrate:

  • Elusione delle norme fiscali a seconda dello scopo dell’operazione;
  • Violazione del requisito dell’inerenza nella deducibilità degli interessi passivi;
  • Contrasto con la disciplina del transfer pricing, in riferimento alle operazioni di fondi di Private Equiy o di investitori stranieri.

Come abbiamo anticipato le operazioni di private sono molteplici. A seconda della forma di investimento adoperata si riscontrano risvolti impositivi che potrebbero prodursi sia in capo all’investitore persona-fisica. Ciò si riflette soprattutto con riferimenti ai c.d. fondi di investimento, i quali identificano una categoria molto ampia al proprio interno.

Gli aspetti fiscali, peraltro, non variano solo in base al genere di operazione che si vuole compiere, ma anche a seconda dei soggetti coinvolti. Infatti, sono diversi gli investitori professionali a cui è possibile ricorrere, ognuno dei quali ha proprie peculiarità.

Ancora più complesso è il trattamento fiscale laddove si tende a utilizzare specifiche figura societarie come la Holding.

Questa è una forma di organizzazione societaria, che comporta non pochi vantaggi, in particolare sotto il profilo fiscale. In particolare, possiamo far riferimento alle seguenti fattispecie:

  • sfruttamento del regime della Participation Exemption (PEX);
  • possibilità di godere del consolidato fiscale o dell’Iva di gruppo;
  • opportunità di sfruttare i finanziamenti infragruppo;
  • sfruttamento della tassazione agevolata sui dividendi.

La pianificazione fiscale è molto complessa, laddove volessi approfondire l’argomenti ti invitiamo nella prosecuzione della lettura dei seguenti articoli:

  • Operazioni di levarged buy-out: aspetti fiscali
  • Fondi di investimento: aspetti fiscali
  • Folding: aspetti fiscali

4. A cosa prestare attenzione?

Nella tua attività di pianificazione fiscale dovrai prestare particolare attenzione ad alcune imposte o istituti che caratterizzano il settore tributario. Molti sono gli ostacoli che potresti incontrare, proprio per tale ragione una delle scelte migliori che potresti compiere è affidarti ad un esperto.

Ad ogni modo voglio, in conclusione di questo contributo, offrirti alcune dritte con riferimento a fattispecie più o meno note, di nuova introduzione o anche risalenti nel tempo.

Infatti, ci sono alcune forme di imposte che incontri più o meno quotidianamente.

A tal proposito facciamo riferimento ad un’imposta particolarmente conosciuta ai guidatori, ossia il bollo auto.

Il bollo auto è la tassa automobilistica dovuta da proprietari ed usufruttuari di un veicolo che sia iscritto al Pubblico Registro Automobilistico (PRA). L’iscrizione permette di identificare quali siano i cittadini in possesso di una vettura e quindi obbligati al pagamento del bollo auto.

Questa tassa deve essere pagata ogni anno, anche se fisicamente non stai utilizzando l’automobile.

Tra le altre imposte che sono quotidianamente sotto i nostri occhi vi sono quelle concernenti le abitazioni. A tal proposito ricordiamo, ad esempio le imposte sull’acquisto della prima casa, o la cedolare secca, da pagare in caso di locazione.

Uno strumento fiscale particolarmente interessante a cui potresti fare ricorso, ove volessi procedere alla ristrutturazione della tua abitazione o dell’immobile deputato alla tua attività di impresa, è il Superbonus 110%.

Il Superbonus 110 % è uno degli incentivi all’economia, introdotto con Decreto Rilancio (D.L. 19 maggio 2020, n. 34, convertito con Legge 17 luglio 2020, n. 77) in attuazione di una politica di sostegno a seguito dell’emergenza sanitaria. Esso consiste in un risparmio di imposta sui lavori di ristrutturazione eseguiti, ove volti ad adeguare l’immobile a tecnologie c.d. “green”, il quale può essere anche monetizzato mediante cessione del credito di imposta.